Stefania è la coordinatrice del servizio infermieristico della cooperativa GE.S.A.C.. Si laurea in Scienze Infermieristiche nel 1999 e, per quasi 20 anni, lavora come Coordinatore infermieristico presso il Centro Alzheimer di Cuneo, convenzionato con l’ASL CN1. In seguito al conseguimento del Master di primo livello in Management e Coordinamento delle Professioni Sanitarie.
Abbiamo parlato con Stefania nella sede della GE.S.A.C., a Cuneo in Via Roma, dove ha l’ufficio, anche se parte del suo tempo lo passa nelle diverse strutture dove la cooperativa gestisce il servizio di infermieristica.
“Dopo la Laurea amplio la mia formazione come collaboratore alla Docenza e come Infermiere guida per gli studenti del Corso di Laurea per Infermieri della Università degli Studi Torino (sede di Cuneo). Approdo in GE.S.A.C. nel febbraio 2017 come Infermiera e Coordinatrice dell’RSA Famiglia Toselli di Roccavione”.
Da maggio 2019 Stefania assume nuove responsabilità all’interno della cooperativa. “È dal 2019 che ricopro il ruolo del coordinamento di tutto il comparto infermieristico della cooperativa. Nello stesso anno conseguo il titolo di A.S.P.P. nell’ambito del Servizio di Prevenzione e Protezione della sicurezza dei lavoratori, occupandomi anche del settore formazione.”
“Per me è stato un passaggio molto importante: un cambiamento che ho accettato dopo una ponderata riflessione”. Stefania ha fatto i conti con la realtà e con la sua esperienza di lavoro in GE.S.A.C..
Così elenca alcuni aspetti di questa esperienza. “In GE.S.A.C. ho trovato un ambiente di lavoro:
- costituito da persone capaci ed appassionate, in cui “la persona viene messa al centro”, sia esso ospite, cliente o lavoratore;
- che ha creduto nell’inserimento in Cooperativa di colleghi “svantaggiati”, dando loro l’opportunità di una maggiore integrazione nella società e offrendo loro possibilità di autonomia ed autorealizzazione;
- attento e sensibile alle caratteristiche e alle necessità dei propri lavoratori.
- meritocratico e stimolante alla crescita umana e professionale del singolo;
- in cui il “peso” dei problemi e delle responsabilità viene condiviso; questo aspetto personalmente mi ha aiutato ad affrontare con maggiore determinazione, forza e tranquillità, per quanto possibile, l’epidemia da COVID19 che ci ha travolto.”
Due anni di COVID-19 che hanno segnato la vita di ognuno di noi e la quotidianità lavorativa di moltissime persone. Tra tutte queste persone e tra i tanti, dipendenti e soci lavoratori, che operano in GE.S.A.C. la pandemia ha determinato un cambiamento marcato nella operatività, nella sensibilità, nella socialità, coloro che operano nelle case di riposo. Sentiamo direttamente da Stefania che ha provato a sintetizzare il suo vissuto
“Nello specifico durante il periodo del COVID, ed in particolare nelle prime ondate, la cosa che ricordo maggiormente è stato il sentimento di grande impotenza nei confronti di un virus non controllabile e anche di forte paura per la mia personale salute e per quella dei miei cari che aspettavano a casa. Non vi è nulla di strano o di vergognoso ad avere paura; penso sia stata una paura legittima, perché noi operatori della salute non siamo e non vogliamo essere eroi, ma persone che credono in un lavoro che hanno scelto e che vogliono onorare. Penso che servendo gli altri quotidianamente, compiamo anche un atto di rispetto verso noi stessi e verso la scelta di vita che abbiamo abbracciato nel corso degli anni.
Stefania conclude questa presentazione con una nota di ottimismo. Ottimismo che è, anche, l’immagine di lei che molti noi amici e colleghe apprezzano, insieme alla pacatezza, alla concretezza e alla disponibilità all’ascolto.
“Per il nostro futuro nutro tante speranze e per questo concludo con una frase di Vaclav Havel che scriveva questo: la speranza non è ottimismo. La speranza non è la convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo. La speranza è la certezza che ciò che stiamo facendo ha un significato. Che abbia successo o meno”.