Lunedì 9 gennaio è stato presentato il progetto sperimentale di accoglienza e ospitalità che GE.S.A.C. ha avviato nella residenza “Don Parola” di Robilante. L’incontro è stato organizzato dal presidente e dal direttore per informare i responsabili e i coordinatori della cooperativa su questa importante innovazione.
Il progetto, “innovativo”, è iniziato nei primi giorni di dicembre 2022. Vede come protagonisti, e fruitori, non soltanto gli ospiti della struttura, ma anche gli operatori, le operatrici e i famigliari.
La prospettiva
“Si cambia la prospettiva.” Inizia con queste parole Gabriele Gilardi, direttore GE.S.A.C. della ‘Don Parola’. “Al centro delle attività abbiamo l’ospite, le sue esigenze, il benessere e la tranquillità. Vogliamo ricreare un ambiente famigliare. Non solo sotto l’aspetto assistenziale, ma anche nella disponibilità di spazi e di logistica”.
Ecco, quindi, che si è avviata una modalità operativa che tiene conto, fondamentalmente, dei tempi e delle necessità dell’ospite. Tempi e necessità che devono coincidere con livelli certi ed efficaci del servizio.
“Abbiamo iniziato con il secondo piano della struttura, coinvolgendo ospiti e operatori. Abbiamo cambiato la disposizione dei tavoli nello spazio comune. Creato un salottino dove poter chiacchierare, guardare la televisione insieme.” Continua Gabriele. “Un gruppo di operatori e operatrici sono stati coinvolti, nella fase di pianificazione, in un percorso di informazione e formazione.”
Proprio alcuni di questi operatori sono stati promotori diretti della iniziativa. Il fisioterapista Enrico, la psicologa Alessia, la coordinatrice OSS Monica, l’infermiera Mirela, hanno visto nell’immediato quanto l’iniziativa può essere di beneficio a tutti.
Il Paradigma
“Il cambio della prospettiva è il nuovo paradigma. L’ospite non segue più i tempi della organizzazione. Dove e quando è possibile l’organizzazione si adegua ai tempi dell’ospite. Determinando una situazione di maggiore disponibilità e tranquillità dell’organizzazione ma, soprattutto dell’ospite stesso.” Interviene Paolo Tallone direttore della GE.S.A.C. .
Ci vuole attenzione e impegno da parte degli operatori. Si è maggiormente motivati e coinvolti nelle procedure. La maggiore tranquillità dell’ospite permette di operare con più serenità e attenzione. “Certo non è stato facile nelle prime settimane” dice Monica. “Siamo passati da una organizzazione della giornata definita da procedure e tempistiche fisse ad una basata su ‘proposte’ all’ospite. Tutto questo mantenendo i livelli assistenziali fondamentali. Anzi migliorando tali livelli”.
È Enrico, il fisioterapista, che spiega quanto questo progetto, pur in fase iniziale, sia già elemento di miglioramenti. “Ci siamo dati strumenti di valutazione e monitoraggio già utilizzati in contesti simili. Sono strumenti di qualità, certificati e specifici nell’ambito della assistenza. Stiamo procedendo con un monitoraggio costante e confrontando i dati. Tutte le attività vengono ponderate, personalizzate e valutate dalla equipe. Spesso tali valutazioni sono condivise con il medico curante dell’ospite in modo tale che il confronto possa tener conto di tutte le variabili del caso.”
L’obiettivo
“Perché l’obiettivo è questo: migliorare il benessere della comunità della Residenza di Robilante. Una comunità che ha la sua centralità nell’ospite, ma passa attraverso tutti gli operatori e le operatrici. Un benessere che deve essere anche percepito dai famigliari che possono valutare con soddisfazione l’ambiente in cui è inserito e vive il parente che hanno a cuore. Alla sperimentazione seguirà una fase di allargamento e diffusione a tutta la struttura. A questo punto, se gli indicatori in futuro ci confermano gli aspetti positivi di questa prima fase, possiamo pensare di esportare l’innovazione ad altre residenze.” Con queste parole il presidente GE.S.A.C., Marco Didier, commenta l’incontro del 9 gennaio e pone l’auspicio per il futuro.